Sono nata e cresciuta con i cani. Avevo poco più di una
settimana di vita, quando mia madre mi portò in cortile, sfidando il freddo
gelido di un giorno qualunque di febbraio. Rol, uno splendido pastore tedesco
di pochi anni, mi annusò per bene e decise di sdraiarsi ai miei piedi. Gli
stavo simpatica, probabilmente oppure avevo un buon odore. Orecchie dritte,
sguardo fiero e attento…non lo sapevo ancora, ma già eravamo in simbiosi. A
dieci mesi imparai ad aggrapparmi al suo possente collo e abbracciandolo, mi
drizzai in piedi. Rol mi stette accanto, immobile, aspettando un mio passo.
Iniziai così a camminare. Non mi ricordo
quando Rol andò sulla scia dell’arcobaleno. Un giorno, trovai al suo posto, un
piccolo batuffolo che chiamai Tutu. Nome poco consono, in verità, ad un pastore tedesco. Fu il mio compagno di
giochi, fino a che arrivò Flipper, un barbone nero gigante. Erano quelli anni
cupi e travagliati, per me, non rammento molto, purtroppo , di questi
simpatici, fidati e pazienti amici pelosi. A sei anni andai a vivere con mia
madre in città. L’appartamento era piccolo; non avevamo il giardino e neppure
il cortile. Mia madre sapeva, quanto fosse importante per me, avere un cane accanto,
ma sarebbe rimasto in casa da solo, quando lei fosse andata al lavoro ed io a
scuola…. questo, creava incertezza. Dopo quasi quattro anni, arrivò Diana. Una
meticcia di volpino della pomerania, nera con una macchia bianca sul sotto
gola. Era così piccina che mi stava tra le mani. Un musetto furbo e gli occhi
così dolci, da spalancare il cuore. Era quello, il primo nome che mi era
saltato in mente… c’era un motivo, che però avrei scoperto più avanti. Nel
frattempo, a casa di mio padre e dei miei nonni, Flipper morì e fu “sostituito”
da un elegantissimo collie, di nome Black. Tornai a vivere in quella grande
casa all’età di dieci anni. Quel giorno, me ne andai via da mia madre,
stringendo Diana tra le braccia. La mia amica pelosa, fece amicizia con Black;
imparò a rispettarlo e ad accettarlo come capo branco. Noi tre eravamo una
squadra. Inseparabili! Diana e Black crescendo, s’innamorarono e nacque uno “scherzo”
di cane. Simpaticissimo, iperattivo, lo chiamai Terry il terribile. Aveva il
muso lungo ed affilato, orecchie e pelo lungo, esattamente come il padre. Il
suo colore era bianco a grandi chiazze nere e l’altezza, circa la metà di un
collie. Uno scherzo, appunto. La casa era situata ai piedi delle mie adorate
montagne. Guardando oltre la cinta, il bosco, dove io ed i miei adorati cani trascorrevamo
spesso, l’intero pomeriggio. Liberi… nel nostro mondo uniti. Loro mi seguivano
sempre. Black era il più accorto, il più protettivo. Camminava al mio fianco e
quando mi sedevo a riposare, lui si sedeva accanto a me, appoggiando il suo muso
sulla mia gamba. Abbracciavo quella sua
splendida criniera bianca sentendo il suo calore…. il suo sguardo era dolce e
penetrante. Era più di un cane per me…. era il mio confidente, il mio temerario
e leale amico. Diana, avanti di pochi metri, ogni tanto si voltava a guardarci
e vedendoci seduti, trotterellava da noi, saltando in braccio a me. Terry, l’indomabile
del gruppo, preferiva assaporare la libertà in solitaria, anche se, sono
convinta, vedeva tutti i nostri spostamenti. Sentivo la sua presenza, ma non
riuscivo a vederlo. Pareva lo spirito dell’indipendenza assoluta! Diana adorava
infilarsi nelle tane delle volpi. Senza emettere alcun suono, s’inoltrava e
spariva nella terra profonda, per poi riapparire …in “retromarcia”, con il muso
sporco di terra rossa. Il suo nome, quindi, calzava a pennello. Fortunatamente ha sempre trovato
le tane vuote, oppure è sempre stata molto veloce nella risalita. Conoscevo a
mena dito i luoghi e, benché distante, mi spingevo fino al torrente. Lì, la
pace era assoluta, soltanto il fragore dell’acqua che giocava con i sassi… soltanto
il canto degli uccelli… Una splendida sensazione di serenità m’invadeva. Mi
rigeneravo. Al ritorno, quando aprivo il cancelletto per rientrare, io e Black
passavamo per primi, poi Diana, ed infine, al galoppo, velocissimo come un
proiettile, arrivava lui, l’indomabile, terribile Terry.
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Un tempo ci si accontentava di poco. Ho imparato ad
osservare i mie cani, a viverli, a rispettarli e ad accettarli. Loro, e tutti
gli altri che sono venuti dopo, mi hanno donato il bene più prezioso: la loro
lealtà… il loro amore.
Seguiranno:
BLACK II e URAN – entrambi pastore tedesco. Li ho vissuto
poco, purtroppo. Erano addetti alla guardia in Ditta.
LUCKY – adorabile cocker fulvo, regalato da mio marito circa
otto anni fa, morì dopo solo otto giorni,
di gastroenterite emorragica. Solo in seguito, scoprii essere uno dei tanti
cuccioli importati dall’est.
BEATRIX –splendida setter inglese bianco/arancio di quattro
anni, presa in canile. L’avevano trovata sulle colline di Arezzo, mentre vagava
senza meta, confusa ed impaurita. Era stata spersa perché aveva paura del colpo
di sparo, quindi non idonea alla caccia. E’ rimasta con noi tre anni. Ho
educato personalmente Bea, un duro lavoro di socializzazione durato due anni.
Molto ubbidiente, sensibile, abbiamo cercato di curarla dalla terribile
Leishmania, ma i suoi reni erano ormai poltiglia. Con un’iniezione letale, si è
addormentata per sempre, il 12 marzo 2008
Ora c’è Yuma, boxer fulvo, nata, guarda caso, il 12 marzo
2008…..Ma questa, è un’altra storia…..
Raffaella Amoruso
(tutti i diritti riservati - vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso dell'autore)
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