lunedì 4 agosto 2014

Nota critica di Luciano Domenighini :AMULETI di Raffaella Amoruso

Nota critica di Luciano Domenighini :AMULETI di Raffaella Amoruso



Per definire questa raccolta poetica di Raffaella Amoruso si addice il termine di “florilegio”.
Un florilegio aggraziato, variopinto, fragrante, di una fragranza tutta femminile.
Invano vi si cercherebbero i risultati di una qualsivoglia scaltrezza letteraria, nella scelta dei lemmi e dei sintagmi, nell’architettura dei periodi, nell’invenzione delle immagini e delle similitudini, nella trama sintattica; invano vi si cercherebbero costrutti metrici preordinati.
Tutto il dettato sgorga spontaneo, fluisce libero come orgoglioso del proprio impeto, pago della propria energia sorgiva.
E’ questo vento di libertà, infrenato e arricchito di conturbanti fragranze, il valore aggiunto della raccolta.
E’ questo gaio e disinibito proclama di femminilità, intesa come fattore centrale e non marginale al mondo, percepita come risorsa e non come svantaggio, il suo filo conduttore.
La raccolta ha forma di prosimetro , con quattro rapidi incisi di prosa che si alternano a gruppi di brevi liriche a verso libero, ora titolate, ora senza titolo.
I connotati del linguaggio, sempre sciolto e diretto, sono alternanti fra momenti echeggianti stilemi letterari e passaggi vivificati dai modi sintattici e gergali del parlar comune.
Se l’universo femminile ne è il soggetto costante, svariate sono le angolazioni in cui è considerato:
dalla difesa della donna di “Urlo amaro”, accorata denuncia della violenza e degli abusi, alle fantasie “noir” di “Donna velata”, ad istantanee che fissano magiche sensazioni amorose (“Frutto della passione”, “Se tu vorrai”), a descrizioni d’’ambiente (“New Orleans”, “25 dicembre 2012”), a riflessioni autoanalitiche, ora riassuntive(“Tra sassi si snoda”), ora propositive (”Piccola volpe”), ora fortemente simboliche (“Petali sul cuore”).

Luciano Domenighini