mercoledì 13 agosto 2014

Commento di Raffaella Amoruso su “La Lampada di Aladino” Di Luciano Domenighini


Commento di Raffaella Amoruso su “La Lampada di Aladino” di Luciano Domenighini
Annotazioni critiche su poeti contemporanei
Tracce per la meta edizioni
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L’eterogeneità degli stili di scrittura, del numero stesso di poesie inserite da parte degli autori presenti, fanno da cornice a questo importante e originale volume di Luciano Domenighini. “La Lampada di Aladino” ospita ventun poeti contemporanei, compreso l’autore. Ogni poeta, con le proprie liriche, permette di porre in evidenza l’efficace e articolato lavoro di Domenighini, già conosciuto per le sue note critiche circa “Aculei spilli” – Infinita-mente Marlen – “Amuleti” di Raffaella Amoruso e molti altri volumi di altri autori.  Luciano Domenighini è in grado di scorporare la poesia, con maestria la rende nuda,  percepibile  e fruibile da chiunque. Una dote questa assai rara, molto più perché la sua espressione è si, densa  di schemi analitici, ma anche di amore e sentimento; guarda insomma alla poesia, non solo con gli occhi della mente, ma anche e soprattutto con quelli del cuore.  Il volume si presenta alla fine, come un autorevole e valido inno alla poesia contemporanea. Significative le sue due liriche inserite, “Mottetto” e “Dalla spiaggia” che dimostrano l’umiltà, la mitezza, la sincera passione dell’autore verso la poesia. Ammirevole la sua auto-critica, in genere non facile.
Si apre e si espande il volume, con la critica finale ad alcune poesie di autori celebri, dove l’autore mostra appieno, quasi appagato,  le proprie capacità dialettiche e critiche. Mi associo infine alle parole di Salvatore Daniele “se la poesia morirà, lo farà insieme all’ultimo uomo” e concludo dicendo, che la poesia è il vivere quotidiano, con le nostre diversità, la nostra storia personale, che inevitabilmente, porteranno a scrivere ciò che noi realmente siamo. Sono altresì orgogliosa, di fare parte di questo volume così speciale; il mio personale ringraziamento a Luciano, a Emanuele Marcuccio, a Lorenzo Spurio e allo staff di Tracce per la meta edizioni.

Raffaella Amoruso