La sabbia
dorata bruciava, sotto i piedi incandescenti e consumati: Le labbra secche,
accecato ormai quasi del tutto. Laggiù un’oasi di verde o forse un miraggio …
poi sabbia e pietre e solitudine. Solo a tratti le orme striscianti del
serpente, l’unica forma di vita, oltre alla tua. Passi, uno dopo l’altro,
cadendo e risollevandoti ancora, per raggiungere l’acqua, finché esausto, ti
addormentasti. Un sonno profondo come la morte che sentivi dentro.
Poi … il
nulla.
Ti
svegliasti un dì, con le bende ai piedi, immerso in drappi freschi, sentisti l’odore
dell’acqua. Una giovane donna e un vecchio ti sorrisero. Lei, aveva mani
gentili e con delicatezza, avvicinò una pezza imbevuta del prezioso oro sulla
tua bocca, sulla fronte, sul collo. Gli occhi ancora ti bruciavano, ma potevi
sentire il suo profumo; di giovane pelle, di bellezza viva. La tua mano sfiorò
appena la sua, e il calore che emanò fu tale, che tutto il corpo tuo ebbe un
brivido. Nessun dolore più sentì … solo pace e serenità.
Raffaella
Amoruso
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