sabato 22 dicembre 2012

... E SI RIPARTE!!

Gennaio, 2013

Gentili autori/ici,
Raffaella Amoruso – poetessa e talent scout – ideatrice e curatrice di antologie poetiche
Vi  invita a partecipare  alla nuova antologia poetica dal titolo “TRA LE BRACCIA DI TURAN” 
SI RICERCANO:
n. 10 AUTORI - POETI
Le poesie da inviare saranno  n. 5, ciascuna di 20 righe max, più breve nota biografica. Tema: passione, amore, sentimento, erotismo.
 Inviare il tutto a amoruso.editor@live.it 
Oggetto:   “TRA LE BRACCIA DI TURAN”   su un unico foglio di word  -
Entro 25 gennaio 2013

Grazie e Buone Feste!!!
Raffaella Amoruso

mercoledì 19 dicembre 2012

MY VIDEO POETRY - PUBBLICITA' LIBRI (playlist)

IL MIO AUGURIO PER TE ...

La vita c'impone orari e distanze, non sempre è possibile incontrarci tutti, attorno ad una tavola, per la giusta e sana condivisione. Man mano che passano gli anni, vedo poi che le
persone tendono ad essere sempre più distanti tra loro, i figli vengono relegati di fronte alla tv-baby sitter, le giovani coppie non dialogano, si fa fatica a condividere la gioia oppure il dolore, dei nostri amici. Siamo tutti molto più egoisti, forse per un disagio profondo, forse perchè non ci sentiamo appagati, tendiamo così a chiuderci in noi stessi, isolandoci.Dovremmo cercare la forza nel nostro io, quello che non mente, quello più intimo e "ricostruirci" per poi donare all'altro il bene; solo così possiamo far nascere la generosità e la positività ... un sorriso, veicolo primario della buona volontà. Almeno a Natale (crisi o meno) possano le persone unirsi e godere dell'attimo di Pace e respirare, donando sorrisi che partono dal cuore, per arrivare dritti all'anima, di ognuno di noi.
Raffaella Amoruso

foto di Raffaella Amoruso

NON SOLO POESIA: ARTE E' POESIA WILMA CAMATTI

ACQUERELLISTA WILMA CAMATTI

NON SOLO POESIA: ARTE E' POESIA WILMA CAMATTI

ACQUERELLISTA WILMA CAMATTI

martedì 18 dicembre 2012

BISOGNA PENSARE DI ANDREA NICOLARDI

Salve, mi chiamo Marcella Pesola, ho visto il suo sito e volevo farle conoscere questa poesia
scritta da mio figlio di 10 anni per la giornata della memoria collettiva per gli ebrei.
A me ha commosso tanto anche perchè certi pensieri è raro sentirli da un bambino di questa età.
Forse offuscata dall'amore di madre...ma a me piace molto e non vorrei fargli perdere un'occasione se merita di essere pubblicata . Mi farebbe piacere anche avere un suo parere in merito! La ringrazio infinitamente e mi scusi se le ho rubato del tempo prezioso. Marcella
Poesia per il giorno della memoria collettiva, 27 gennaio
Bisogna pensare

Bisogna pensare che a quel tempo non si poteva ricordare,
senza un mnuto per raccontare.
Bisogna pensare che le persone non riuscivano a parlare,
senza un minuto per giocare.
Bisogna pensare che non si poteva dormire,
per dei minuti da soffrire.
Bisogna pensare che non si poteva sognare,
in fondo non ci si poteva riposare.
Bisogna pensare una cosa, una cosa sola,
che in un minuto da pensare
Un sogno non si poteva sterminare.

Andrea Nicolardi

Ha ragione Signora Marcella, è raro vedere un tale trasporto in un fanciullo di appena 10 anni. Credo che suo figlio sia una persona estremamente sensibile e attenta a ciò che il mondo offre. L'animo è coinvolto emotivamente, sa ben esternare i propri sentimenti con parole semplici ma comunque penetranti.
Non mi ha rubato tempo prezioso, la Poesia non è mai perdita di tempo ma dono speciale, ancora di più quando tocca tali temi e, sopratutto, quando è un piccolo cucciolo d'uomo a scrivere.
La ringrazio e consiglio al piccolo Andrea di tenere una sorta di diario poetico, dove poter scrivere in libertà e vedere man mano la crescita.
Un abbraccio.
Raffaella Amoruso

lunedì 17 dicembre 2012

PER AUGURI D'AUTORE

Apprendo solo ora con estrema gioia, che la mia poesia "Verrà un'altra volta Natale ", inserita nell' antologia "Assordante silenzio d'inverno", è la vincitrice del concorso "AUGURI D'AUTORE" e pertanto  sarà pubblicata su artopenspace
 http://artopenspace.blogspot.it/2012/12/gli-auguri-dautore-di-raffaella-amoruso.html


Raffaella Amoruso

“Verrà un’altra volta Natale … © di Raffaella Amoruso
E ancora verrà
Tra candide fronde ghiacciate.
Sorriso timido di rosa d’inverno
O lacrime
Di vivo cristallo.
Tra mani arrossate in cerca di sole
Un giorno in più
Sulla pelle nostra
Nascerà.

Vita che passa
Limpida e veloce
Si perde
Tra vento ed aurora
Sfogliando pagine sognate.
Qui starò
Ad aspettar Natale
Con l’aria di chi
Vuole esultare ancora.

… Modulando l’anima …
Tra le note di Chopin …

Edita in "Assordante silenzio d'inverno" antologia poetica ideata e curata da Raffaella Amoruso - Segnidartos editore





venerdì 14 dicembre 2012

"ASSORDANTE SILENZIO D'INVERNO" Antologia poetica

 A PARTIRE DAL 2 GENNAIO 2013 CHI VORRA' ULTERIORI COPIE DI "ASSORDANTE SILENZIO D'INVERNO" DOVRA' INVIARE RICHIESTA A: amoruso.editor@live.it SPECIFICANDO IL NUMERO DI COPIE E L'INDIRIZZO A CUI SPEDIRLE. SARETE AGGIORNATI SULLA TEMPISTICA. GRAZIE
Raffaella Amoruso



ASSORDANTE SILENZIO D'INVERNO SEGUI L'EVENTO SU FB :

 https://www.facebook.com/events/500051370035858/




Antologia poetica ideata e curata da Raffaella Amoruso Segnidartos edizioni
http://raffaellamoruso.blogspot.it/2012/12/antologia-poetica-assordante-silenzio.html


Riflessioni e poesie del nostro tempo.


AUTORI:

Copertina : GIGI PIANA

FABIO AMATO
RAFFAELLA AMORUSO
BEATRICE CASTELLI
ANNA DE SANTIS
GENNARO GUIDA
GIUSEPPE IPPOLITO
LORENZA MALAGUTI
DONATELLA RONCHI
RITA STANZIONE
ELENA VERSOLATTO
MARCO ZANOTTO

Un grazie sincero agli autori tutti, senza di loro questo libro non si sarebbe mai avverato. Il mio speciale ringraziamento va a Giorgio Masserano e a Maria Carola Saccoletto, della Segnidartos di Biella, per la fiducia dimostratami, per la professionalità e la grande disponibilità e pazienza.
Raffaella Amoruso
... Perchè amicizia significa anche condivisione ... null'altro vi chiedo se non di godere con noi tutti e condividere. Grazie di ♥

lunedì 3 dicembre 2012

RIFLESSIONE

Bisogna essere molto forti per amare la solitudine.

 (Pier Paolo Pasolini)


Ed è da questa frase che arriva come un tuono una riflessione ...  personalmente adoro la solitudine, pur stando a meraviglia tra le persone, riesco a sentirmi a mio agio. Credo  ci siano due tipi di solitudine: la scelta di rimanere consapevolmente soli e l'imposizione a farlo.
Credo, in ogni caso, che l'unica nostra forza, sia la consapevolezza. La solitudine, cercata e trovata di attimi o giorni, fa bene, aiuta a maturare e a conoscerci in profondità. Mentre sentirsi soli in mezzo alla gente è una mancanza di fiducia in noi stessi, un disagio da combattere.
Raffaella Amoruso


Un bell'articolo da leggere a riguardo:http://www.nienteansia.it/articoli-di-psicologia/disturbi-e-patologie/solitudine-di-vita/772/

La solitudine è un sentimento d’inquietudine forte, un senso di estraneità a sé, un disagio di fronte a noi stessi, un “dis-agio” non ben identificato, è un senso di tremolio e di indefinitezza sobbalzante allo stomaco, un senso di fragilità alle gambe e confusione alla testa. Non c’è nessuno intorno a noi, nessuno accanto a noi, non vediamo nessuno e non sentiamo nessuno, siamo completamente isolati in una piazza affollata, ci sentiamo incompresi in mezzo a tante orecchie, non sentiamo conforto di fronte a tante parole!
Non si sa bene cosa si sta sentendo, cosa pensare e come affrontare ciò che ci capita. E’ una condizione che alberga nelle nostre anime, ma difficile da afferrare e definire.
Nel mondo dell’arte si trovano sovente scritti ed opere che ne parlano, in modo più o meno  diretto. La ritroviamo sotto le vesti di una speranza ormai morta nella domenica del villaggio (Giacomo Leopardi), nel vuoto desolante del dopo bombe devastanti, di una guerra mondiale (Giuseppe Ungaretti), come nostalgia della terra natia (Ugo Foscolo), come costante ricerca di una musa ispiratrice alla stregua dell’amor cortese (Dante Alighieri). E non è forse la solitudine, l’orrore di un urlo muto, di una condizione angosciante, quella che s’intravede in modo inquietante, nella rappresentazione di Munch? Pensate poi alla solitudine kafkiana, di un uomo che si vede ridotto ad uno scarafaggio, relegato in un angolo della casa e della società, per poi essere spazzato via, proprio nel momento in cui smette di essere utile, produttivo e sfruttabile. Non resta più traccia di umanità!

Forse la solitudine rappresenta la fonte della disperazione, che muove l’uomo anche nell’angoscia di morte. Infatti la morte ci spaventa, solo come proiezione di vita, come termine di qualcosa che non è stata piena e “accompagnata”. Per cui, l’angoscia di morte in realtà non è altro che angoscia di vita, l’angoscia di una vita poco sentita, povera, mancante di qualcosa. Un’assenza, generata da una solitudine di vita costante e da una codardia che produce fuga e negazione. Allora, non si può tollerare che tutto finisca, perché questo tutto non è stato adeguato, non è stato sufficiente e soddisfacente, come se non fosse stato vero ma vissuto da dietro un vetro, privato di possibilità importanti. Questo tutto, è niente.
E la morte rappresenta la fine definitiva di una qualche possibilità, mai raccolta prima.
La solitudine è un sentire veramente divorante. E’ difficile da conoscere, da tenere a freno, da arginare. E’ come un fantasma che sfugge da tutte le parti. Incute un terrore profondo, desolazione e tristezza. Ci lascia vuoti, sfiniti, senza contenuti.
Nella maggior parte delle nostre esperienze, la solitudine è sinonimo di malessere e angoscia. Ma, in verità la solitudine costituisce anche un abisso da cui si può prendere le giuste distanze. Procedendo lungo un filo che unisce i due versanti perfettamente equidistanti, quali lo smarrimento e la lucidità cieca, si giunge ad un luogo sospeso, un’isola di serenità. Si tratta di giocare a fare il trapezista, di volteggiare e camminare con cautela su un terreno sospeso, procedendo sempre con grande attenzione, per non rischiare il volo senza rete di protezione.
E’ un compito di tutta la vita, è la connotazione della vita stessa.
Vista così, si percepisce subito la fatica immane, che tale percorso comporta. Se mai fosse realmente così, costituisce il prezzo dell’equità e del rispetto di sé, la rinuncia alla compagnia vacua, la distanza dalla dipendenza più bieca e strisciante.