venerdì 30 gennaio 2015

INFINITA-MENTE MARLEN recensione di Maurizio Setti

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“Taglienti nuvole
Come lame d’acciaio
Oltrepassano il tramonto
Domani
E’ un altro giorno
ci saranno ancora
Aquiloni da far volare
Come bimbi
Rifugiarsi
Tra risa giocose di colori
All’infinito
E saziarci
Lasciandoci trasportare
Dal vento delle parole”
Con questa eterea e illuminante lirica, Raffaella Amoruso 
chiude la sua breve e intensa opera dal titolo Infinita-Mente Marlen.
Un’alchimia letteraria dove prosa e poesia si intrecciano in modo elicoidale specchiandosi a più riprese con l’anima inquieta della protagonista Marlen.
Una continua e incessante ricerca sul binario della propria personalità, attraversando le immense praterie dell’animo umano senza mai perdere di vista la luce perenne che scandisce i battiti vitali del cuore. Già, perché sarà proprio questo muscolo autonomo e ingestibile a dettare il ritmo sincopato dell’esperienza femminile della protagonista in questione. Sarà grazie al cuore, che Marlen aprirà gli occhi seguendo il sesto senso femminile che la contraddistingue. Sarà grazie all’amore come valore primario che tutto accadrà in un disegno già voluto, dove parole e suoni trovano rifugio nell’eterno scrigno delle emozioni.

Testo di Maurizio Setti