giovedì 10 aprile 2014

EBOLA: PERCHE' IN TV ANCORA NON NE PARLANO?

Mi spiacerebbe morire in questo modo ... senza una risposta, senza sapere se il MIO PAESE sta facendo qualcosa ... è giusto che le persone sappiano e inizino a fare domande. Questo articolo è ormai sul web, DIFFONDETE! 

E' chiaro quindi che al momento 10 aprile 2014 lo Stato Italiano NON STA FACENDO NULLA


EBOLA


L'ebola è un virus appartenente alla famiglia Filoviridae estremamente aggressivo per l'uomo, che causa una febbre emorragica. Il primo ceppo di tale virus fu scoperto nel 1976, nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire). Finora sono stati isolati quattro ceppi del virus, di cui tre letali per l'uomo. Fin dalla sua scoperta, il virus ebola è stato responsabile di un elevato numero di morti.[1] Verosimilmente il virus viene trasmesso all'uomo tramite contagio animale. Il virus si diffonde tra coloro che sono entrati in contatto con il sangue e i fluidi corporei di soggetti infetti. Considerati l'alto tasso di letalità, la rapidità del decesso, la localizzazione geografica delle infezioni (frequentemente in regioni isolate), il potenziale epidemiologico tuttavia è considerato di basso livello.
L'ebola pare essere un virus zoonotico fra le popolazioni di gorilla di pianura dell'Africa centrale. Nel 2005, tre specie di pipistrelli sono state identificate come portatrici del virus ma, non mostrando i sintomi, non sono state ritenute ospiti naturali, o riserve virali.[2]
La febbre emorragica dell'ebola è potenzialmente mortale e comprende una gamma di sintomi quali febbre,vomitodiarrea, dolore o malessere generalizzato e a volte emorragia interna e esterna. Il tasso di mortalitàè estremamente alto, variabile dal 50 al 89% secondo il ceppo virale, e un trattamento tramite vaccino non è tuttora disponibile.[3] La causa della morte è solitamente dovuta a shock ipovolemico o sindrome da disfunzione d’organo multipla.
Potenzialmente il virus potrebbe essere utilizzato come arma biologica: come agente di bioterrorismo, il virus è classificato di categoria A.[4] La sua efficacia come agente di guerra biologica tuttavia è compromessa proprio dall'elevata mortalità e dal livello di contagio: un'epidemia tipica potrebbe diffondersi attraverso un piccolo villaggio o ospedale, contagiando l'intera comunità senza poter trovare altri ospiti potenziali, morendo quindi prima di raggiungere una comunità più ampia.
È significativo che nessuno dei ceppi di ebola noti abbia una trasmissibilità di tipo aerea; solo il tipo ebola Reston (dalla città di RestonVirginia, dove fu identificato in un tipo di scimmia) sembra sia di tipo aereo.http://it.wikipedia.org/wiki/Ebola





L’epidemia ora spaventa l’Europa e l’Italia, così negli aeroporti di Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona, i principali scali dei voli provenienti dall’Africa, è stato dichiarato il codice rosso. Alcune compagnie aeree chiedono un certificato sanitario redatto da un medico del posto prima di consentire ai passeggeri africani dei Paesi colpiti di salire a bordo di qualsiasi velivolo in partenza per l’Europa. Se questa gente convinta che siano i bianchi ad ammazzarli, comincerà a farsi curare dagli stregoni l'epidemia diventerà incontrollabile. Sarebbe bene – continua il professore – che anche l’Italia iniziasse ad attivare misure di attenzione negli aeroporti e nei centri di prima accoglienza” http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/09/virus-ebola-aumentano-i-decessi-in-africa-occidentale-ora-lepidemia-spaventa-leuropa/944515/



Virus Ebola. Codice rosso in Europa. Anche Italia rischia

Nessuno ne parla, ma la violenta epidemia in corso in Guinea, potrebbe raggiungere anche il nostro Continente e quindi anche l’Italia.

A lanciare l’allarme è l’Oms e le tante organizzazioni sanitarie che stanno portando assistenza nella regione.

Purtroppo l'epidemia e l’evoluzione del virus non si è fermato ai villaggi rurali ma ha iniziato a diffondersi anche nei grandi centri urbani dove vivono 2 milioni di persone.

Questo ha fatto scattare il codice rosso negli aeroporti europei di Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona, principali scali dei voli provenienti dall'Africa.

Per gli esperti, sarebbe bene che anche l'Italia iniziasse ad attivare misure di attenzione negli aeroporti e nei centri di prima accoglienza. Il Belpaese, non ha voli diretti con le capitali dei Paesi attualmente coinvolti dall'epidemia. Ma se da una parte è positivo, dall'altra è un fattore di difficoltà poichè passeggeri infetti potrebbero arrivare dagli scali europei.

I NUMERI DELL’EPIDEMIA

L'ultimo bilancio dell'emergenza causata dal virus della febbre emorragica di Ebola, estremamente letale, è salito a 157 casi sospetti in Guinea (di cui 101 letali) e 21 nella vicina Liberia (dieci morti). Casi sospetti sono stati segnalati anche in Ghana, Mali e Sierra Leone.

Purtroppo non esistono vaccini o farmaci contro il terribile virus che si trasmette attraverso il contatto diretto con persone e animali infetti e tramite sangue, urine, latte materno.

Non si conosce ancora con certezza il serbatoio animale, ma sembra che il pipistrello sia il più probabile, spiegano gli esperti. Dopo un periodo di incubazione che va dai 2 ai 21 giorni, il virus causa una febbre violenta, mal di testa, dolori muscolari, congiuntivite e fiacchezza generale, sintomi che molto spesso fanno pensare alla malaria e portano a iniziare il trattamento col chinino. In un secondo momento, il paziente ha vomito, diarrea e talvolta rash cutaneo. Il virus si diffonde nel sangue causando problemi di coagulazione ed emorragie gravissime.

http://www.finanzautile.org/virus-ebola-codice-rosso-in-europa-anche-italia-rischia-20140408.htm


Ebola, codice rosso negli aeroporti europei, 118 le vittime in Africa. L’Oms lancia l’allarme: «Il ceppo attivo in Guinea molto cattivo, letale per 9 su 10» L’epidemia durerà altri 3-4 mesi. Alto il rischio che il virus arrivi in Europa. 

http://www.corriere.it/salute/14_aprile_09/ebola-codice-rosso-aeroporti-europei-118-vittime-africa-1b92521e-bfba-11e3-a6b2-109f6a781e55.shtml

Ebola, microbiologi: attivare le misure di sicurezza anche negli aeroporti italiani

martedì 8 aprile 2014

http://www.meteoweb.eu/2014/04/ebola-microbiologi-attivare-le-misure-di-sicurezza-anche-negli-aeroporti-italiani/275098/

“Sarebbe bene che anche l’Italia iniziasse ad attivare misure di attenzione negli aeroporti e nei centri di prima accoglienza” alla luce dell’epidemia di Ebola in corso in Guinea. E’ l’appello dei microbiologi dell’Amcli, che ricorda come il codice rosso sia gia’ scattato negli aeroporti europei di Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona, principali scali dei voli provenienti dall’Africa. “Questa e’ la vera novita’ rispetto ai passati 40 anni di piccole epidemie – spiega Pierangelo Clerici, Presidente Amcli – purtroppo questa volta il virus non si e’ fermato ai villaggi rurali, ma ha iniziato a diffondersi in un grande centro urbano dove vivono due milioni di persone e si tratta del ceppo piu’ aggressivo (ceppo Zaire). L’isolamento dei casi non basta, e’ fondamentale tracciare la catena di trasmissione”. ”Tutti i contatti dei pazienti che potrebbero essere stati contagiati – spiega l’esperto -dovrebbero essere monitorati e isolati al primo segno dell’infezione. L’Italia non ha voli diretti con le capitali dei Paesi attualmente coinvolti dall’epidemia; se da una parte e’ positivo, dall’altra e’ un fattore di difficolta’ poiche’ passeggeri infetti potrebbero arrivare dagli scali europei”. Il virus Ebola si contrae attraverso il contatto diretto con persone e animali infetti e tramite sangue, urine, latte materno. Non si conosce ancora con certezza il serbatoio animale, ma sembra che il pipistrello sia il piu’ probabile. Dopo un periodo d’incubazione che va dai 2 ai 21 giorni, il virus causa una febbre violenta, mal di testa, dolori muscolari, congiuntivite e fiacchezza generale, sintomi che molto spesso fanno pensare alla malaria e fanno iniziare il trattamento col chinino. In un secondo momento, il paziente ha vomito, diarrea e talvolta rash cutaneo. Il virus si diffonde nel sangue causando problemi di coagulazione ed emorragie gravissime. Familiari e operatori sanitari che curano i pazienti sono a elevato rischio di contrarre l’infezione. Alcune compagnie aeree chiedono un certificato sanitario redatto da un medico del posto prima di consentire ai passeggeri africani di salire a bordo di qualsiasi velivolo in partenza per l’Europa.