venerdì 11 gennaio 2013

POST DA BLOG AMICI : SILVIA LAZZERINI

"La solitudine ci appartiene anche quando siamo circondati da altre persone, amici, parenti e non.
Un senso di malessere, un peso opprimente sul cuore e il nostro respiro sembra schiacciato da una pietra di granito.
Un fiotto di sangue impetuoso affluisce alle tempie, il viso si riscalda improvvisamente e gli occhi diventano lucidi. Che tristezza a volte guardarsi intorno; circondati dalla quotidianità dei nostri effetti personali ma non sentirli propri, avere l'anelito di fuggire via dalla foresta di rovi e spine che è la nostra stessa casa.
Giro per le stanze, con la con la sensazione del soffocamento, come imprigionata fra pareti e soffitto che mi schiacciano piano piano, non avere in bocca le parole per urlare che vorrei azzerare il contatore e ricominciare da capo.
Ho voglia di piangere, il cuore mi batte forte e non sto correndo.
Non voglio più stare qui, non è il mio posto, non mi sento a casa. Non so con chi parlare, non posso sfogarmi con nessuno e sono costretta a tenermi tutto dentro, a deglutire con dolore.
Spesso ho la sensazione di non farne una giusta, o esagero da un lato o manco dall'altro, o tollero troppo o non ho pazienza....
Forse sono solo una vigliacca che non prende di petto il presente, che non agisce abbastanza, fregandosene delle conseguenze: lo fanno in tanti, perché non dovrei farlo io?
Senso del dovere, coerenza e costanza sono sempre stati la mia Bibbia, ma quale fatica e quale prezzo per essere tutto ciò?
Persino la mente sembra andare in pezzi per la stanchezza e lo sforzo, e i pensieri più semplici diventano enigmi enormi: ma in che baratro sto cadendo? C'era tanta luce nei miei occhi e quando mi guardo vedo solo uno sguardo opaco e nebbioso, non mi piaccio più."
Mi sveglio madida di sudore, con il cuore in gola, ansimante, gli occhi sbarrati......Era solo un incubo, sono salva!


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  TUTTO COMINCIÒ CON IL PRECARIATO LAVORATIVO